Cose (E)inaudite – Il welfare de noantri

Le scritte sui muri sono una pratica odiosa perché aggrediscono la proprietà altrui, ma talvolta colgono nel segno: è il caso di quel graffito che recita “immigrati, per favore, non lasciateci soli con gli italiani”.

Quella scritta cattura quella che a noi appare una grande verità: gli immigrati – volendoli per un attimo intendere come categoria – sono spesso una manna dal cielo, sia perché, come spiegò tempo fa Luca Ricolfi, danno prova di una “fame” e di una voglia di fare che tanti di noi italiani abbiamo un po’ dimenticato, sia perché, venendo a lavorare e a pagare le tasse più alte del mondo nel nostro Paese, contribuiscono a pagare le pensioni ai “nostri” anziani, tenendo in piedi ancora per un po’ quello schema di Ponzi che è il sistema pensionistico pubblico.

Certamente, oltre a contribuire al welfare state tricolore, gli immigrati sono anche dei notevoli beneficiari dei nostri servizi “gratuiti”, dalla sanità all’istruzione agli svariati altri servizi che ci elargisce col suo grande cuore lo Stato. Servizi che in realtà, come i lettori di questa rubrica ben sanno, ovviamente gratuiti non lo sono per niente, venendo finanziati a suon di tasse dai contribuenti.

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